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2000/01/01

Nel bosco

Nel bosco.
Una coppia di caprioli, attenta,
annusa l'aria,
tende le orecchie,
bruca il terreno.

Poco lontano un uomo e una donna
li osservano tenendosi per mano.
Un'emozione nuova li avvolge
come un'aurea.

Nel bosco, due coppie di cuori
battono il tempo del mondo.

Il grande albero e la piccola pianta

C’è un grande albero
che affonda le sue radici in me.
E’ forte e rigoglioso
e si chiama tristezza.

C’è una piccola pianta
che affonda le sue radici in me.
E’ fragile e delicata
e si chiama felicità.

Il grande albero ha radici profonde
e una linfa tenace lo alimenta
quasi incessantemente.
Rari sono per lui i momenti di siccità.

La piccola piana vive all'ombra
della sua grande mole.

A tratti però un fiore
sboccia tra le sue foglie.
La sua bellezza è commovente,
il suo profumo inebriante,
la sua vita, sempre breve.

Quell'albero mi uccide,
e per lui non vorrei vivere.
Ma quella piantina
mi tiene in vita.

Vite spezzate

Fu un attimo.
Una distrazione, un errore,
una cintura non allacciata.
E le nostre vite finirono.

Fu un attimo.
Una cellula impazzita,
un ingorgo nel sangue,
un cuore che si mise a saltare.
E le nostre vite finirono.

Ma tu, tu che assuefatto
oggi leggi la cronaca,
regalaci di più che un
distratto pensiero sul fato,
per subito tornare
ai quotidiani problemi.

Dedicaci un’intera giornata,
godi dei raggi del sole,
delle ombre delle nuvole,
regala dei sorrisi,
lasciati indietro le tristezze
e metti al primo posto,
almeno per oggi, la vita.

Primo risveglio

Nel primo risveglio,
gli occhi ancora chiusi,
a volte ci cerchiamo.

Raggomitolali come cuccioli,
caldi di sonno,
assaporiamo quegli istanti
rubati alla notte
e regalati al giorno.

Nel primo risveglio,
gli occhi ancora chiusi,
a volte ci troviamo.

Una domanda lasciata negli occhi

Celata nei miei occhi una domanda.
Nascosta nel tuo cuore, forse, una risposta.

Dei miei dubbi si alimenta la continuità e la vita,
delle mie certezze si nutre la fine e la morte.

Lascerò la domanda nei miei occhi.

Jo-jo

Chi manovra lo jo-jo a cui è appeso il mio cuore?
Nulla riesce a fermarne il rotolare, a volte lento a volte repentino, ma inesorabile, verso il basso.
E sempre nel punto più fondo, io mi chiedo:
ci sarà abbastanza energia per risalire?
Resterà il mio cuore appeso cosi ad un filo che nessuno potrà più riavvolgere?
Fino ad oggi energia ve n’è stata e il mio cuore è pur sempre riemerso.
E ogni volta la promessa è la stessa, non lasciare che succeda di nuovo.

Sorelle

Capelli di grano, occhi d’argento.
Benvenuta a te che sei scesa sulle ali con le rondini e hai portato allegria.
My Linda tu es.

Pelle di pesca, manine di porcellana.
Benvenuta a te che sei scesa su un fiocco di neve e hai portato calore.
Isa Bella tu sei.

Due germogli distinti, le radici, le stesse.
Mentre andrete nel mondo costruendo due vite, nessun cielo né mare le potrà mai spezzare.

E se una notte nel cielo voi vedrete due stelle sorridendo ammiccare,
non potete sbagliare, se si tengon per mano come voi son sorelle.
***
Alle mie nipotine Linda e Isabella

Primo aprile 1999

Primo giorno d’aprile, tre nove nell’anno.
La tua vita era ormai solo un soffio.
Se ne andò col tuo respiro.
Gli occhi aperti a guardare qualcosa che solo tu potevi vedere.
Sul tuo viso l’attonito stupore per qualcosa che solo a te si rivelava.
Buon viaggio ti dissi.

Primo giorno d’aprile, tre zeri nell’anno.
Qualunque fosse la meta ora sei certo arrivata.
Io non so dove sei e nemmeno se sei.
Ma ti sento.
Una forza del bene che incoraggia e consola,
che capisce ed accetta, che perdona e sorride.
Io non ho spiegazioni, ne certezze, ne fedi.
Ma ti sento.

*******************
scritta il primo aprile 2000 in ricordo della mia mamma,  Alma  Marchesi, morta il primo aprile 1999.

Due anni

Sotto i raggi del sole, sotto le ombre della luna.
Parole ardenti di passione, parole gelide di delusione.
Momenti irreali di felicità perfetta.
Momenti reali di un amore imperfetto.
Come il libro che è nato dalle nostre emozioni.
E tempeste, e bonaccia.
Quante volte la nave è partita dal porto?
Quante volte è tornata?
E tu li come un faro, ad illuminare la via.
Nel giardino incantato delle fate e i folletti ci son anche le spine, e le abbiamo sentite.
Ma noi siamo ancor li a cercare farfalle, a guardare le stelle, a giocare alla vita.
Tra tra le note del basso a scambiarci poesie.
Con i sogni proibiti e le innocenti fantasie.
Con le nostre incertezze, con le nostre paure.
E le nostre speranze di un amore che sia.

Dove sei amore?

Dove sei amore?
Dove le parole vive che avvolsero come braccia il mio cuore, cullandolo?
Ora che mi hai preso l’anima, dove la nascondi?
“E’ duro amarti” scrivesti un giorno.
Ora nei tuoi occhi leggo un’altra sentenza.
Non fummo all'altezza dei nostri ideali.
Le idee non hanno né braccia né gambe.
Ma se il nostro sogno è morto, in cosa si è reincarnato?

La principessa e il castello

E venga alfine questo nuovo dolore.
La stanza dove nacqui, dove prima il babbo, poi mamma, morirono, non vedrà le mie notti.
Ricordo il momento.
Il corpo di mamma usciva per sempre dalla casa, ma il suo spirito no, ancora ne impregnava le mura.
Così nacque, un desiderio mai provato, immergermi nel suo dolce ricordo, riallacciare il cordone.
Darmi un posto proprio li, nella casa dove nessuna stanza era stata prevista, per la bimba imprevista.
Ma la storia finisce con un altro finale.
"Principessa" non vivrà nel castello,
Principessa se ne andrà nel domani.

Tempi

Ci fu un tempo per gli ideali.
L'amore perfetto, l'amore unico, la giustizia per gli uomini, la bontà dell'anima, la mia.

Ci fu un tempo per le domande.
Chi amo? E chi ama me?
C'è speranza per l'uomo?
Quanta ipocrisia nel mio cuore?
Quanta invidia?
E quali le mie vere colpe?

Ora è il tempo per la vita reale.
Le domande, ancor tante.
Le risposte, di più.
Quelle giuste, chissà.
Il tempo degli ideali se ne andato per sempre.

Diario di un viaggio in moto nelle Marche

Insieme.
Sotto le mura del castello dove galeotto fu il libro per ben più celebri amanti.
Insieme.
Abbracciata ai tuoi fianchi su e giù per le dolci colline delle Marche, scacchiera di campi e colori.
A tratti, sullo sfondo, il mare.
Insieme.
Gli occhi incantati dall'immensità della grotta come una cattedrale vasta,
nel cuore di una montagna dove da millenni l'acqua ricama la roccia e goccia dopo goccia
costruisce giganti, spade e colonne, giardini di cristallo e castelli che mai fiaba vide più belli.
Insieme.
Nel vento, come gli aquiloni cometa sopra il cielo di Urbino e le nubi nere di pioggia a cui sfuggimmo correndo verso il mare.
E al mare arrivammo con i dolci ricordi dell'infanzia.
Lo stesso albergo, lo stesso lido, la stessa sabbia tra le dita, come un tempo tra le mie mani di bimba.
Insieme.
In bilico sulle tue due ruote e sulle mie incertezze, percorrendo strade tortuose come le mutevolezze del mio umore, tu affrontando con perizia le une, con pazienza le altre.
Il ricordo mi rimarrà sempre vivo di questa nostra vacanza, ancora una volta, insieme.

Vecchi amici

Piccole rughe sul viso, capelli bianchi sul capo.
Segni che il tempo ci lascia nel corpo.

Ombre negli occhi, paure nel cuore.
Segni che la vita ci lascia nell'anima.

Ma noi, noi ancora ci guardiamo con gli stessi occhi,
e ci stringiamo la mano con lo stesso cuore.

*****************
al mio amico Giacomo

Dolce balia Maria

Un giorno lo sognai.
L’enorme seno a cui succhiai neonata.
Dolce balia Maria, sorgente del mio primo latte, mio primo amore.
Tra le tue braccia ascoltai il tuo cuore, annusai il tuo odore.
Nove mesi son pochi per avere coscienza.
Il ricordo non trovo, è celato nell'anima con lo strazio del distacco.
Altri un giorno mi dissero mi ammalai dal dolore.
Quella prima ferita mi segnò per la vita.
Ancor oggi ho paura di restare da sola.
Ma di passi ne ho fatti con l’aiuto dell’Alba.
Te ne andasti che ancora mi muovevo carponi.
Oggi corro, cammino e sto imparando a volare.
***
Dedicata a Maria che mi ha allattato nei miei primi nove mesi, ed ad Alba che mi ha aiutato in un altro modo a crescere.

Tata Giulia

Giulia. Come una mamma mentre a lei intorno sgambetto in cucina.

Giulia vestita di bianco davanti all'altare, vicino all'uomo che la portò via.

Giulia come una sorella accanto alla mamma che lei sentì come sua.

Giulia che pianse del mio stesso dolore.

Giulia la tata che ride col cuore.

********************

dedicata alla mia dolcissima Tata Giulia

Apparire o essere?

Che bella bimba.
Che bel vestito.
Che begli occhi.

Ed io imparavo ad apparire.

Saluta, dai la mano,
fai la brava,
non alzare la voce.

Chiusa nel castello dei sogni
e in me stessa,
obbedendo alla consegna
del mio cognome,
non imparavo ad essere.

Apparire calma,
serena, dolce.
Essere in tumulto,
disperata, acida.

Guardare dietro
la maschera fu duro,
anche la propria.

Ma oggi nel magico
specchio delle mie brame
mi sorride una faccia più vera.