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2009/09/04

La monetina del nonno Aldo

Era una monetina nata nel 1927.
Come il nonno.
Chissà quanta strada aveva fatto
e quanti mani l'avevano accarezzata,
prima di incontrarlo.
Da allora non lo aveva più lasciato,
conservata con cura per un'occasione speciale
e mostrata come un piccolo segreto agli occhi grandi di un bimbo.
La monetina del nonno oggi vale meno di zero,
e non è più sul mercato.
Ma vale mille milioni per il cuore di un nipote
che la conserva assieme al ricordo.
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dedicata a Gianluca e al suo Nonno Aldo

2009/06/04

Folletto del bosco, sempre

E’ un folletto del bosco.
Così scrissi un giorno del nostro giovane amore.
Un folletto  tenace e caparbio,
se oggi è ancora qui con le rughe e gli acciacchi,
un po’ soffocato dai troppi pensieri,
ma sempre coccolato dalle nostre carezze.

Ogni giorno mi perdo,
ogni giorno mi ritrovi.
Ogni notte mi cerchi,
ogni notte ti aspetto.

2009/04/06

Lupo dagli occhi che ridono

Un animaletto timido.
Cosi mi sento a volte in questo mondo
che non ha tempo, ne attenzioni.

Allora penso a te,
lupo dagli occhi che ridono.

Mia àncora, mio porto, mio rifugio notturno.
Tu che respingi le tue inquietudini per dare spazio alle mie,
che mi ascolti, ma di più col cuore.

Le mie paure sono come braci.
Dormono  in me pronte a divampare in fiamme e distruggere.
Tu unico al mondo con un gesto una parola o una nota, sai soffocarle.

Una donna forte.
Cosi mi sento a volte accanto a te,
mio meraviglioso uomo dagli occhi che ridono.

2009/01/01

Stella Maria

Gli occhi buoni e una parola,
quella giusta, per tutti.
Quante volte il tuo ascolto partecipe
ha alleviato la mia pena di vivere.
Essere compresi, tanto a volte ci basta
per riprendere fiato.
Nelle tue incertezze mi rispecchio
come nelle acque calme di un lago
e ritrovarmi allenta
il mio sentirmi estranea a questo mondo.
Una bimba, quando ti conobbi,
ti ho osservato costruirti una vita
con pazienza e tenacia
e raccoglierne frutti
che oggi han capelli come il grano dorato.
Noi non siamo sorelle,
ma son certa che nel cielo,
anche per noi, ci sono due stelle.
***
alla mia amica Maria

Caro zio Ernesto

Chi ti insegnò, caro zio, ad amare così la vita?
Fu Augusto, il tuo babbo castellano,
o i nonni, che ti allevarono nella città di Mozart?

Chi ti diede quel così giusto grado di distacco?
Fu il perdere la mamma da neonato, o il ritornare vivo dalla guerra?
Furono gli abbandoni o i ritorni?

Io ti confesso zio, che pur avendoti molto ammirato,
le tue lezioni, di tedesco e di vita, non le ho mai imparate.
Ma parlare con te, sempre è stato un piacere,
mi hai sempre dato un filo di speranza e un altro modo di vedere.

Non ci sono né figli né nipoti che portano i tuoi geni.
Tu hai trasmesso di più e a molti per un'altra via, quella del cuore.
Parleremo di te caro zio.
Parleremo di te anche a chi non ti ha mai conosciuto.
Parleremo di un uomo che aveva un dono raro,
quello di far star bene colui che aveva accanto.