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2008/01/01

A Ray Bethell

Quei tre aquiloni Ray, che fai danzare nel cielo al ritmo di una musica che non puoi più sentire.

Quei tre aquiloni Ray, che guidi con due sole mani, perché tante ne hai come tutti noi
e il terzo muovi con un leggero movimento dei fianchi e la saggezza dei tuoi ottant'anni.

Li abbiamo visti sfrecciare insieme ad altri mille che ogni anno tornano nel cielo di Cervia come uccelli migratori, aprendo le ali al primo sole d'aprile.

E noi, un altro popolo con tante facce e una sola emozione, agitando le braccia, l'unico modo in cui ci puoi sentire, ti abbiamo applaudito, Ray.

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